AMPLIAMENTO DEL BALCONE IN CONDOMINIO: IL COMUNE NON PUÒ VIETARLO SE NON DANNEGGIA IL DECORO ARCHITETTONICO

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Italy
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Indice dei contenuti
La tutela del decoro architettonico
Regolamenti comunali
Ampliamento dei balconi
Lavori legittimi se manca un danno concreto al decoro architettonico
Quando si vogliono realizzare dei lavori che coinvolgono la facciata esterna dell’edificio condominiale occorre fare attenzione a una serie di aspetti. Tra questi, assume un ruolo sicuramente importante il rispetto del decoro architettonico.

Il decoro architettonico è tutelato da una serie di norme del Codice civile. Negli edifici condominiali è considerato un bene di tutti i condomini. Per questo motivo, anche se i lavori riguardano l’appartamento di proprietà esclusiva, occorre fare attenzione a non recare pregiudizio al decoro architettonico.

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La tutela del decoro architettonico
Volendo semplificare, il decoro è “l’immagine” dell’edificio, l’insieme delle linee e delle forme che lo caratterizzano e lo identificano. Se si realizzano lavori che coinvolgono il decoro architettonico, questi devono essere oggetto di apposita autorizzazione dell’assemblea.

Pensiamo, ad esempio, ai lavori di tinteggiatura dei muri esterni, di modifica dei balconi o degli elementi decorativi, l’installazione di condizionatori sulla facciata, ecc. Alcuni regolamenti prevedono delle specifiche limitazioni che, se violate, rendono illegittimi i lavori.

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Regolamenti comunali
Oltre alle norme condominiali, occorre anche fare attenzione ai regolamenti edilizi comunali.

Il comune potrebbe bloccare i lavori che danneggiano il decoro dell’edificio, specie se si tratta di edifici storici inseriti in un determinato contesto urbano. Tuttavia, in questi casi il Comune deve specificare con esattezza perché e in che misura i lavori danneggiano o passano danneggiare l’estetica dell’edificio.

Ampliamento dei balconi
Un esempio pratico si può ricavare da una recente sentenza del TAR Toscana, la n. 1019 del 7 novembre 2023.

Nel caso preso in esame, un condomino, proprietario di un appartamento in un palazzo ottocentesco di 5 piani, dopo aver presentato al Comune una SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), ha realizzato dei lavori di ampliamento della profondità del balcone, posti sulla facciata interna del palazzo, per allinearlo a quello adiacente appartenente ad altro condomino.

Il Comune, però, ha bloccato i lavori e ordinato il ripristino delle parti già modificate. Motivo? Secondo la commissione edilizia comunale, l’ampliamento del balcone viola la disciplina prevista dal regolamento edilizio comunale e rovina il decoro architettonico del palazzo.

Il proprietario si è opposto alla decisione del Comune, anche perché il palazzo ha già subito modifiche importanti nel corso degli anni rispetto al suo aspetto originario.

Lavori legittimi se manca un danno concreto al decoro architettonico
Il TAR ha dato ragione al condomino. Secondo i giudici, i lavori di ampliamento dei balconi si possono fare e il comune non può impedirli se non c’è un concreto pregiudizio per il decoro architettonico del palazzo.

Quando il Comune blocca i lavori ritenendoli in contrasto con il regolamento edilizio deve indicare con precisione quali sono i caratteri specifici o il particolare stile architettonico dell’edificio che risulterebbero compromessi dai lavori che il privato vuole realizzare.

Nel nostro caso manca questa precisazione. I balconi presenti sulla facciata interna del palazzo, già precedentemente modificati, presentano dimensioni e forme diverse, non seguono un particolare disegno geometrico.

Insomma, le modifiche che il proprietario chiede di fare non incidono sulle caratteristiche architettoniche complessive già esistenti del palazzo. Al contrario, l’ampliamento permetterebbe di allineare il fronte del balcone stesso con l’altro balcone dell’appartamento vicino, migliorando le linee e le proporzioni della facciata.

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